venerdì 23 maggio 2014

Cafè Littéraire in Boutique

Sugli animali è possibile scrivere d'arte?
...sui gatti?
...e se i gatti fossero arte?
(Mewmewlù)

Voglio divulgare arte, voglio che le parole più leggiadre e i pensieri più contorti si allarghino a macchia d'olio e condiscano la vita di chi le legge.
Voglio condividere, voglio mostrare, voglio che le rime ballino con le consonanti, voglio che i colori vangano fuori dal foglio e che ipnotizzino.
Voglio invitare a fare altrettanto, voglio coinvolgere e affascinare.
Cafè Littéraire nasce come un salotto, così come accadeva nel Settecento: il mio ha poltrone, divani e pouf morbidi nei colori pastello, tende bianche e trasparenti alle luminose finestre, tavolini bassi su tappeti perla, parquet caldo ad ospitare piedi nudi ed è invaso dello speziato profumo del cioccolato alla cannella.
Entrate! Accomodatevi! Prendete un biscotto e godetevi un po' di versi!
Per inaugurare questo angolino prezioso ho scelto Ode al gatto di Pablo Neruda. Un autore che non manca di regalare emozioni lasciando che queste scivolino sotto pelle, inebriando i sensi.
E' questo il sapore che voglio lasciare: quello dell'attesa che diviene conquista. Un profumo dolce e pungente che invade le quattro mura di casa quando prepariamo un capolavoro. Che si tratti di un dolce o di uno scritto, sono sicura che la sensazione che nasce in ognuno sia quella della condivisione. Io oggi condivido il mio morbido divano con la cara
Angela di Dolci in Boutique che, sedutami accanto, mi offre una fetta della sua Minny's Chocolate Pie. Una torta importante (vi consiglio di andare a leggere perché!): se non è poesia questa!


Gli animali furono imperfetti, lunghi di coda, plumbei di testa.
Piano piano si misero in ordine, divennero paesaggio, acquistarono in grazia, volo.
Il gatto, soltanto il gatto apparve completo e orgoglioso:
nacque completamente rifinito cammina solo e sa quello che vuole.

L'uomo vuol essere pesce e uccello,
il serpente vorrebbe avere le ali,
il cane è un leone spaesato,
l'ingegnere vuol essere poeta,
la mosca studia la rondine,
il poeta cerca di imitare la mosca,
ma il gatto
vuole esser solo gatto
dai baffi alla coda,
dal fiuto al topo vivo,
dalla notte fino ai suoi occhi d'oro.

Non c'è unità come la sua,
non hanno la luna o il fiore una tale coesione:
è una sola cosa come il sole o il topazio 
e l'elastica linea del suo corpo,
salda e sottile, è come
la linea della prua di una nave.
I suoi occhi gialli hanno lasciato una sola scanalatura
per gettarvi le monete della notte.

Oh piccolo Imperatore senz'orbe,
conquistatore senza patria,
minima tigre da salotto,
nuziale sultano del cielo delle tegole erotiche,
il vento dell'amore nell'aria aperta reclami
quando passi e posi quattro piedi delicati sul suolo,
fiutando,
diffidando
di ogni cosa terrestre,
perché tutto è immondo
per l'immacolato piede del gatto.

Oh fiera indipendente della casa,
arrogante vestigio della notte,
neghittoso, ginnastico ed estraneo,
profondissimo gatto,
poliziotto segreto delle stanze,
insegna di un irreperibile velluto,
probabilmente non c'è enigma nel tuo contegno,
forse non sei mistero,
tutti sanno di te ed appartieni
all'abitante meno misterioso,
forse tutti si credono padroni,
proprietari, parenti di gatti,
compagni, colleghi,
discepoli o amici
del proprio gatto.

Ode al Gatto di Pablo Neruda

sabato 17 maggio 2014

View Room


La nostra meta non è mai un luogo, ma piuttosto un nuovo modo di vedere le cose.
-Henry Miller-

La capacità di andare oltre le apparenze, di valutare con estrema perspicacia ogni minima situazione. Con precisione chirurgica, il visionario sa di vedere qualcosa che agli altri è negato. Egli diverrà mezzo, si farà portavoce di un nuovo stile arguto, ardito, nuovo e scivolerà tra i grandi uomini, gli scienziati dell'intelletto, i precursori di una modernità non ancora pensata.
La View Room è per pochi eletti. Coloro che, consci del proprio talento, folli nella propria realtà, sanno di poter creare l'impossibile e donarlo al mondo. Ogni luogo ha differenti prospettive, purché si riesca a crearne ogni volta una nuova... tendendo all'infinito in ogni propria creazione.
Senza fermarsi, guardando lontano, oltrepassando il comune modo di pensare.

Passion Room


La passione fa spesso pazzi gli uomini più abili, e abili i più sciocchi.
-François de La Rochefoucauld-

Ardimento, passione, tempesta. L'implacabile fervore che non riesce a smettere di sgorgare dal nostro animo. Il fuoco dell'ispirazione brucia, intessendo trame ardite, ammaliando chiunque posi i propri occhi su di esso e asservendo allo spietato richiamo anche i più dubbiosi. Questa è la stanza della perdizione. Dove la paura è un ricordo, il potere è nelle mani delle menti aperte e pronte a testare ogni limite imposto.
La Passion Room si tinge di velluto vermiglio e accoglie affascinante i più forti e coraggiosi. La condivisione è una danza veloce e lenta, calma e sfiancante, soddisfacente eppure così frustrante; come lasciasse la bocca riarsa, vogliosa di averne ancora.
Sono pochi e riluttanti a mostrarsi, gli animi affini a tanta impudica estrema forma d'arte. Coloro che innalzano a bandiera i più primitivi istinti sono folli... oppure geni.

***  *  ***  *  ***

Spicy Room


Quando c’è un suono originale nel mondo, esso fa centinaia di echi.
-John A. Shedd- 


Imprevedibile, accattivante, gioioso. Il luogo dove l'inatteso è il sale che dà gusto al solito piatto mangiato troppo spesso. Il sapore spinto di un ingrediente non convenzionale. L'originalità che straborda e regala senso a tutto ciò che appare preimpostato e scivola via troppo pesantemente sui binari della conformità artistica.
Così come non è possibile entrare nelle grazie di chiunque, allo stesso modo non si può mutare la propria essenza per compiacere chi non apprezza la nostra verità. Come entrare in una stanza e accorgersi che tante e tali grottesche statue ornamentali sono lì a disturbare un ambiente altrimenti perfetto... eppure, se non ci fossero, quello stesso spazio apparirebbe anonimo.
Chi sceglie la Spicy Room ha voglia di stravolgere e regole, di gridare forte il proprio dissenso, di mostrare vivo agli altri il proprio punto di vista. Che ci si senta fuori luogo o diversi, in questa stanza si è solo padroni consapevoli della propria genuina autenticità.

Zen Room


Calma la mente, e l’anima parlerà.
-Ma Jaya Sati Bhagavati-

Tranquillità, accettazione, armonia. La mente è solo il tramite attraverso cui l'anima parla. Il silenzio aleggia, la luce è equilibrata, perfetta. I colori sono tenui, ma decisi, fieri del potere che la Natura possiede.
La stanza Zen accoglie colui che, con occhi aperti, vogliosi, è pronto a mettere da parte tutto ciò che è materiale per elevare il proprio spirito. La pacatezza appartiene al carattere forgiato sull'esperienza più caotica; la serenità, acquisita grazie ad un passato che ha messo dolorosamente alla prova, permette agli ospiti di questa stanza di concepire tale luogo come un prolungamento di se stessi. Che sia espressione di risolutezza. Che sia espressione di soluzione dei conflitti. Della vittoria sul dolore. Che l'arte usi le nostre mani, i pensieri, le emozioni come mezzo per esprimersi a tutto tondo.

sabato 10 maggio 2014

Shabby Chic Room


L'apparenza è il luogo dell'avere. Il suo essere è sempre invisibile.
-Roger Munier-

Poter scegliere di entrare in un luogo confortevole e rilassante. Spingere piano una vetrata trasparente incorniciata di legno chiaro e farsi spazio tra poltroncine e pouf. Negli occhi c'è predominanza di colori chiari: crema, avorio, perla. Una stanza che parla da sola in un silenzio ovattato. Tutto sembra esser messo lì a caso, tutto sembra non avere un senso. Anche il più piccolo oggetto è invece collocato con strategia. Il tutto a voler cogliere alla sprovvista l'accolto.
Scegliere la stanza Shabby Chic vuol dire mascherarsi porgendo al mondo l'immagine di sé forse più ambigua. Capirla vuol dire trovare la chiave di lettura nei piccoli dettagli lasciati ordinatamente all'interno di un contesto che par sciatto e invece brilla per audacia.

Minimal Room


La chiarezza è una giusta distribuzione di luce ed ombra.
-Johann Georg Hamann-

Determinazione e carisma. Caparbietà e sostanza. Sentir risuonare i tacchi su un pavimento accogliente eppure essenziale. Decidere che la realtà della propria vita è una scelta che si coltiva ogni giorno. Personalmente, senza compromessi. Rendere chiare le proprie intenzioni, pulite le conversazioni. Giuste, necessarie. Il color perla a definire contorni luminosi, tende di lino candide a ricordare che non è che la qualità del tessuto a vestire un ambiente e pochi elementi a sottintendere che basta una mente piena a riempire una sala. Chi sceglie la Minimal Room sa qual è la sua strada. Sa come vuole percorrerla e con chi. Conosce ogni dettaglio del percorso che sta intraprendendo e il punto nodale, lo scopo fondamentale è la meta.

Bohemian Room


La mente è una sola. La sua creatività va coltivata in tutte le direzioni.
-Gianni Rodari-

La libertà di dire, pensare, sorridere. Saltare da un argomento all'altro con semplicità, l'aria frizzante che accende la curiosità verso nuove letture. Entusiasmarsi per scoperte appena fatte, sentendo che non c'è modo migliore di crescere se non attraverso l'arte. La mente è aperta. E' questa la mia idea di Bohemian Room. Una stanza dalle mille possibilità, pronta ad accogliere chi ha voglia di condividere un'intuizione o un'idea, la conoscenza o un dubbio. Accomodarsi su quel divano vuol dire concedere se stesso alla curiosità altrui. Un dialogo aperto con se stessi e coloro che sono sempre pronti ad apprendere e ammettere di volerlo fare.

Vintage Room


La memoria. Sacca piena di cianfrusaglie che rotolano fuori per caso e finiscono col meravigliarti, come se non fossi stato tu a raccoglierle, a trasformarle in oggetti preziosi.
-Wo Ming-

Senza affanni e con una gran voglia di lasciarsi abbracciare e - letteralmente - cullare da morbidi cuscini e profumi inebrianti di peonie e rose, chi si accosta alla Vintage Room vuole perdersi nella memoria. La memoria di qualcosa che è "meravigliosamente stato" e ha forgiato ogni dettaglio del suo carattere. Rassicuranti colori pastello invogliano a varcare la soglia senza timori, riconoscendo se stessi in questo ambiente vivo. Ecco creato un momento sospeso nel tempo: nuove idee, nuovi dettagli, nuove sfumature vogliono intrecciarsi ad antichi sapori, pensieri filosofici primari e vecchie poesie scritte con inchiostro seppia su fogli color caramello. L'incontro d'intenti diviene sostanza. La sostanza diviene confronto. Chi ha l'animo vintage non dimentica e fa tesoro d'ogni prezioso frammento di vita.

Modern Room


Ed io mi domandai rispetto al presente, quanto vasto fosse, quanto profondo fosse, quanto fosse mio.
-Kurt Vonnegut-

Come aprire gli occhi all'improvviso dopo un lungo attimo di buio e lasciarsi inondare dalla luce. Immensa, pura, rotonda, calda luce. L'aria è leggera e per un attimo i piedi nudi toccano un pavimento fresco che li rigenera. In due passi ci si può accomodare sull'enorme divano colorato. Ci si stende, lo si assapora! E la luce è così forte che si può avvicinare il volto alla stoffa e riuscire a vederne le trame. Il cotone che si intreccia fine, i colori che si sposano insieme. La gioia che una miriade di sfumature assieme riesce a dare. Catapultato in un presente così tanto ben definito, sceglie questa stanza chi ha voglia di guardarsi allo specchio e contare l'ennesimo battito del proprio cuore nell'attimo stesso in cui accade. Qui, ora. Vivere il momento.
Questa è la mia idea di Modern Room. Una stanza in cui sarà facile incontrare chi non ha paura di confrontarsi, nella quale si potrà discutere come combattere, accettare e difendersi senza mai mentire a se stessi. La stanza della realtà. Del guardarsi negli occhi con accettazione perché non c'è nulla di più bello del presente che si sta vivendo.

Classic Room


D'altra parte, ogni epoca interroga il passato con la richiesta di una risposta utile al presente 
o in ogni caso consonante con lo spirito del tempo.
-Walter Barberis-

Il profumo del legno datato, i passi seppur decisi resi muti da tappeti amaranto e oro, un unico colore predominante in tutta la stanza, che sembra fatta di cioccolato fondente. Il silenzio aleggia, raggi di luce tagliano la penombra di questo ambiente caldo e zeppo di antichi scritti e opere piene di fascino e storia. Una stanza che vuole ospitare con eleganza e garbo chiunque voglia approcciarsi ad una lettura calma e profonda, forse alla ricerca di un'idea, forse alla ricerca di radici.
Il Caffè Letterario nasce in stanze come queste, in fondo! Se è vero che il passato guida tutti i nostri passi, è anche vero che da esso stesso dobbiamo attingere perché il futuro sia costruito su fondamenta solide. Ecco quindi la mia idea di Classic Room. La stanza nella quale ci si accomoderà lanciando un occhio sempre indietro e lasciando che l'ispirazione suggerisca la strada.

Rooms

Il paesaggio è verdeggiante e il Cafè ha preso forma in una grande villa coloniale color crema. I dettagli delle porte e degli infissi sono di un bianco cangiante, il quale a seconda della direzione dei raggi del sole regala sfumature avorio o perla. Un prato verde scuro si estende tutt'intorno all'edificio che è abbracciato a nord-est da un rigoglioso bosco. A sud-ovest si apre il mare più blu che si sia mai visto.
La mia porta d'ingresso preferita è la vetrata sul retro, quella che guarda l'oceano da una parte e il bosco dall'altra. Proprio da lì riesco a vedere tutte le stanze per gli incontri letterari. Tenendo le spalle al sole, entro decisa varcando la vetrata trovandomi in una grande sala rotonda che mi accoglie. Alla mia sinistra c'è la Classic Room. Lo so perché ho imparato a riconoscere le stanze dal legno, dagli intarsi e dal colore delle loro porte. Questa infatti è di mogano scuro, liscia e lucida, ha la cornice sagomata ad ospitare un vetro squadrato posto nella parte alta e centrale della stessa. La maniglia è dorata con un'impugnatura che "accoglie" il palmo della mano. Segue la Modern Room. La porta è in betulla chiaro spazzolato per i due terzi della sua lunghezza, la parte centrale ospita una striscia di vetro opaco. La maniglia è a pomello, dorata. La terza porta è in rovere sbiancato e a differenza delle prime due è ad arco e non ha vetri. E' una porta massiccia, che ha molto da raccontare: si apre sulla Vintage Room, infatti. Ha la maniglia argentata e a forma di onda.
La metà della stanza rotonda in cui mi trovo è superata. Davanti a me c'è un grande corridoio che in questo momento non ho intenzione di esplorare. Decido quindi di continuare il giro e vado avanti. Appena accanto al corridoio c'è una porta ricca di arzigogoli, sembra avere uno stile orientaleggiante: è in ciliegio con venature rossicce. Ha la forma di un arco, ma termina in alto con una punta. Al centro ospita una vetrata multi cromatica anch'essa a punta per seguire la cornice. La maniglia a forma di diamante è di vetro e porta direttamente alla Bohemian Room. La penultima porta è completamente in vetro trasparente, ma per un gioco di luci non si riesce a vedere l'interno: riflette sempre il sole! Non si capisce come faccia a reggersi, sembra eterea, posta lì senza alcun cardine. Non ha nemmeno la maniglia, l'unico modo per varcarne la soglia ed entrare nella Minimal Room è spingerla. L'ultima porta alla mia estrema destra è in larice bianco e ospita al centro due vetri trasparenti. Presenta il legno scrostato, ma credo sia una caratteristica voluta. Nella maniglia ci si può specchiare per quanto è lucida. E' una sfera d'argento, girando la quale si entra direttamente nella Shabby Chic Room.

***  *  ***  *  ***

A partire dalle 16.00 e fino alle 21.00 di oggi, verranno pubblicate - una ogni ora - le stanze di cui sopra... mi seguite ancora un po'? Poi giuro, ho finito!




NOTA: I nomi, i personaggi, i luoghi e gli eventi raccontati sono frutto della fantasia dell'autore, pertanto eventuali riferimenti a fatti e/o persone (laddove non specificato e se già in pertinenza richiesto agli interessati) è puramente casuale. Questo testo è di proprietà dell’autore ed è protetto dalla legge sul diritto d’autore n.633/1941 e successive modifiche. Come da disclaimer presente in "A piedi nudi nel Cafè Littéraire" ne è vietata ogni riproduzione, copia, pubblicazione o redistribuzione totale o parziale previa richiesta all'autore stesso.

venerdì 2 maggio 2014

Il Cafè


In attesa che le protagoniste della storia ci dicano com'è termineranno le loro avventure, vi lascio ciò che invece intendo io per "A piedi nudi nel Cafè Littéraire"!

Innanzitutto il Cafè Littéraire è un luogo.
Prima di esser pensato, prima di venir plasmato con idee, persone, frammenti letterari e partecipazione, è in tutto e per tutto un luogo in cui ci si incontra.
/in·cón·tro/: l'etimologia della parola incontro trae origine dal latino popolare incóntra, composto dal prefisso in- (rafforzativo) e da contra = contro, dirimpetto, di fronte. L'incontro, quindi, è letteralmente un "trovarsi di fronte a...".
L'incontro è un trovarsi di fronte a... qualcuno!
E' ovvio che io non riesca ad avervi davvero qui di fronte a me, ma è anche vero che attraverso questo mezzo e creando un luogo adatto io riesca a sentirmi comunque vicina alle persone che mi leggono. Da questo principio è nata l'esigenza di un posticino accogliente e contemporaneamente la voglia di regalare ad ogni mia (futura, ma anche passata) ospite la possibilità di scegliere in quale stanza si sente maggiormente a proprio agio. Quale Room - tra quelle che propongo loro - la rispecchia maggiormente aprendole la mente ed invogliandola alla condivisione!
Ecco programmato l'incontro di cui parlavo! Avere di fronte a me una donna che si senta libera di lasciare alle spalle la pesantezza quotidiana della vita e si prenda qualche minuto per esprimere se stessa senza condizionamenti. Nessuna donna è uguale ad un'altra ed avendone già conosciuta qualcuna con tratti di carattere davvero marcati, ho voluto suddividere il mio Cafè in più stanze così che l'ospite potesse accomodarsi in quella che più la rispecchi.
Quindi via le scarpe, restiamo a piedi nudi. Mettetevi comode e portatemi con voi!

***  *  ***  *  ***

Vi aspetto fra qualche ora per l'ultimo incontro con sorpresa!