domenica 24 maggio 2015

Dietro una porta

Le ragazze si dividono in gruppi senza fiatare. Le prime a scomparire sono Francesca P., Manuela, Angela e Michela che avevano scelto la porta al centro. Seguono a ruota An, Vanessa, Elena e Valeria che si chiudono la porta di sinistra alle spalle. Quindi è il turno delle ultime: Mary, Silvia e Francesca, le quali si accingono a varcare quella di destra.

La strada centrale è sempre più sicura sta pensando Michela seguendo il filo dei suoi ragionamenti. Difatti tira un sospiro di sollievo guardando davanti a sé il lungo corridoio illuminato dalle numerose finestre.
<<Com'è che qui c'è così tanta luce?>> interrompe il silenzio Manuela.
<<Siamo in pieno giorno! E' normale ce ne sia!>> le fa eco Angela.
<<Manu ha ragione! Questo corridoio ha finestre su entrambi i lati: com'è possibile?>> chiede Francesca P..
<<Probabilmente l'edificio ha un giardino interno attraversato solo da questa lunga via piena di vetri!>> prova a razionalizzare Michela.
<<Ok, ok è possibile! Ma sono certa che An si starà domandando quale assurdo architetto ha progettato questa villa!>> risponde ironica Manuela.
Scatta la risata generale che viene però immediatamente smorzata da un rumore improvviso. Come se qualcuno stesse battendo a tempo un'asta su un scatola di legno vuota. Un rumore molto simile ad un timer meccanico.
<<Cos'è questo... questo... cos'è?>> sgrana gli occhi Michela, dopo aver preso il braccio di Angela.
D'improvviso un orologio gigantesco, di quelli a cipolla, alto da pavimento a soffitto si vede rotolare verso le ragazze. Pesante, minaccioso e sempre più veloce.
<<Presto, tutte contro il muro!>> urla Francesca P..
<<Vedi come il Tempo ti si rivolta contro quando sei sempre in ritardo?!?>> grida senza un senso Manuela.
Angela la guarda torva, mentre Michela si toglie una scarpa sotto gli occhi increduli delle altre.
<<E' per rompere i vetri e saltar giù, proprio come ci ha consigliato Mary prima di dividerci!>> risponde lei per spiegare le sue intenzioni.
Manuela non se lo lascia ripetere due volte, così sfila via il pesante stivale del piede destro, pronta a scagliarlo. Francesca P. fa per aprire la tenda più vicina per aiutare l'amica. L'oggetto minaccioso a forma d'orologio si avvicina ancora e ad ogni metro sembra più pericoloso.
<<Ragazze sbrigatevi, rompete quella dannata finestra!>> grida Angela, raggiungendo le altre dalla parte opposta del corridoio.
Quando le quattro si voltano per guardare oltre la tenda si rendono conto con sgomento che quella che stanno per prendere d'assalto non è una finestra, ma un uscio ch'era rimasto nascosto. L'urlo spaccatimpani di Michela mette tutte in panico, così con una spallata sincronizzata Manuela e Angela riescono ad aprirlo facendo passare le altre e lanciandosi dentro in pochi secondi. La gargantuesca cipolla passa roboando. Francesca P. fa in tempo a notare sul quadrante l'enorme faccione di un coniglio col panciotto prima che Michela sbattesse la porta isolandole dall'inquietante ticchettìo.

Appena varcata la soglia della porta a sinistra, Vanessa, An, Elena e Valeria si accorgono dubbiose che le attende una scala in discesa.
<<Ah, bene! Questo architetto è un genio! Dall'ingresso alla cantina in via diretta!>> fa notare con sarcasmo An.
<<Sarà una porta di servizio... chissà che non porti altrove, invece! Una cantina sì, ma magari piena di vini d'annata!>> conclude il pensiero Elena sorridendo.
<<Ecco, magari un po' d'alcool rimetterà tutto nella giusta prospettiva!>> sbuffa Vanessa <<Dove siamo capitate?>> continua, dando voce ad un pensiero comune.
<<Oh, che pappamolli! Forza! Scendiamo e vediamo cosa ci attende!>> si fa spicciola Valeria, che ormai scende già la seconda rampa.
Lo spazio è ben illuminato da lampade dai colori caldi. Il soffitto è ad arco e a mano a mano che le giovani scendono sembra riempirsi di verdi muschi e piante. Dopo pochi minuti infatti, l'ambiente comincia a cambiare inselvatichendosi. Piante d'edera s'arrampicano sulle pareti che ora sono di pietra viva e non più stuccate, piccoli fiori viola si attorcigliano sul corrimano di bronzo e delicatissime campanule celesti scendono giù dalle lampade in alto rendendo il luogo di passo in passo sempre più incantato.
<<Ok, è pieno di muffa!>> fa An, che è in coda alla fila.
<<Muffa?>> sgrana gli occhi Elena <<Queste sono piante rampicanti rarissime...>> spiega lei esperta.
<<... muffe, rampicanti... che differenza vuoi che faccia? Quel che ho capito è che siamo in un posto parecchio umido e che l'architetto non ha pensato di adoperare materiali adatti!>> spiega saggiamente An.
<<Perché ce l'hai tanto con l'architetto? Magari chi ha costruito questo edificio non ha nemmeno chiesto il parere di un architetto!>> fa notare con sincerità Vanessa.
<<Mah, non so se sono più tentata di fargli causa o stringergli la mano!>> risponde dubbiosa la prima.
<<Ragazze, la situazione si complica!>> alza un po' la voce Valeria per farsi sentire da tutte <<Qui è pieno d'acqua!>> conclude dal capo della fila.
<<Visto? Vi avevo detto che era muffa! Altro che rampicanti!>> cantilena An, alzando gli occhi al cielo.
Le altre tre che le danno le spalle accennano un sorrisetto, ma non rispondono.
Una volta alla fine della scalinata, tutte si accorgono che ciò di cui parlava Valeria non era semplice umidità, ma una vera e propria distesa d'acqua. Gli si para davanti uno spettacolo degno delle più belle favole. La grotta sotterranea sembra essere completamente ricoperta di pietre preziose che riflettono il movimento delle acque blu cobalto. L'effetto è scintillante e riempie gli occhi delle giovani lasciandole senza fiato.
<<Oh, quanto vorrei la mia Reflex, ora!>> commenta lamentosa An.
<<Anch'io!>> concorda Valeria senza battere le ciglia per non perdere l'immagine.
Dopo qualche minuto di stupita contemplazione, Elena fa notare che per andare avanti sarebbe stato necessario bagnarsi. An non ci sta: lei vuol tornare indietro e "dirne quattro all'architetto". Così, nell'attimo stesso in cui tutte si decidono a voltar le spalle a quella meravigliosa distesa brillante - seppur vicolo cieco - Vanessa si accorge che la scalinata da cui erano arrivate non c'è più.
<<Non è possibile!>> commenta Elena.
<<Ci siamo spostate e non ce ne siamo rese conto!>> razionalizza Valeria.
<<Credete a me: la colpa è dell'architetto!>> si ostina An.
<<Ragazze non ci sono vie d'uscita!>> conclude triste Vanessa dopo avere ispezionato le pareti circostanti.

Mary, Silvia e Francesca sono state le ultime a scomparire dietro la porta destra all'ingresso della villa.
In testa alla fila la riccioluta e caparbia Mary apre la strada e senza pensare comincia a salire.
<<Ah, bene! Di qui si va di sopra, quindi!>> commenta Silvia.
<<Questo vuol dire che non potremo rompere vetri e scappare?>> chiede stridula Francesca.
<<Franci-cuor-di-leone non preoccuparti! Tutt'al più lotteremo contro camere da letto, divani e pouf!>> ride Mary.
<<Ridi, ridi! Voglio proprio vederti capitombolare giù da un primo piano mentre strani esseri ti rincorrono>> si fa cupa Francesca.
<<Quali strani esseri?>> domanda Silvia, per poi continuare <<E poi non star lì troppo a pensarci: non ti lancerai da un primo piano... - sorride - ...stiamo ancora salendo, quindi il salto sarà molto più pericoloso!>> conclude visibilmente divertita.
Mary che ormai è in cima chiama le altre a gran voce dicendo loro che l'ultima scaletta si conclude con una porta a soffitto.
<<Sarà il tetto>> spiega poi, facendo spallucce.
Temendo di doverci mettere più forza del necessario, Mary si prepara a spinger la botola, si rende però conto subito che è molto leggera. Grazie ad una rapida mossa l'anta di legno compie mezzo giro e si appoggia dall'altro lato, aprendole un varco luminoso. Pochi gradini e un bel vento caldo scompiglia la nera e voluminosa massa di capelli di una Mary ormai senza parole.
<<Ehi, lassù! Che succede?>> chiede curiosa Silvia.
Qualche secondo per assaporare ancora il profumo inebriante dell'estate e Mary risponde:
<<Venite! Non c'è alcun pericolo! E' il tetto!>> grida da sopra.
Silvia non si lascia pregare e con un abile salto si porta fuori alzando gli occhi al cielo per godersi il vento. Francesca ancora restìa sale piano i cinque gradini che la separano dalle amiche, mettendo un po' fuori la testa. Resasi conto che il panorama è mozzafiato si convince a venir fuori, superando ogni remora.
<<L'ultima chiuda la botola! Sarebbe pericolosa, altrimenti!>> dice Mary, chiudendo gli occhi a fessura verso Francesca.
Rossa in viso, quest'ultima si affretta a far ciò che le è stato chiesto, non prima di aver lanciato uno sguardo di disapprovazione a nessuno in particolare.
Ora che le tre ragazze possono guardarsi intorno si accorgono che da quell'altezza è visibile il folto bosco dal quale solo mezz'ora prima erano arrivate Francesca P. e Manuela sul loro maggiolino. La macchia verdeggiante circonda lo spazio per i due terzi, l'ultima fetta di panorama è occupata dal mare. Tutte assieme fanno qualche passo in quella direzione, lasciandosi la botola alle spalle, sapendo che quell'esplorazione non avrebbe portato frutti. Il richiamo di quell'inebriante aria di mare mista al profumo di pino è però più forte e spinge Silvia, Francesca e Mary a trattenersi sul tetto più del dovuto.
<<C'è un'aria meravigliosa quassù!>> respira a fondo Silvia.
Mary sta per replicare, ma il suo sorriso viene interrotto dal volto pallido di Francesca che ora sembra paralizzata.
<<Franci, cosa c'è?>> le chiede, sentendo un rivolo gelido attraversarle la schiena.
Francesca non riesce a rispondere, ma tende il braccio oltre le spalle delle compagne, indicando qualcosa. Le altre due fanno in tempo a girarsi, quando un coloratissimo ma non meno minaccioso pterodattilo (???) punta in picchiata verso di loro.
<<Giù... state giù!!!>> urla Silvia, lanciandosi su Mary.
L'uccello si allontana subito dopo averle superate, ma con una virata si riporta verso di loro. Silvia si rimette subito in piedi e non riuscendo più a trovare la botola d'ingresso, prende per un braccio Francesca facendosi aiutare da Mary e punta verso una piccola costruzione più in là lungo il tetto. Sembra essere un riparo sicuro.

***

Non vorrete mica perdervi gli sviluppi?

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Questo post prende spunto da un'idea di Miki Moz.
NOTA: I nomi, i personaggi, i luoghi e gli eventi raccontati sono frutto della fantasia dell'autore, pertanto eventuali riferimenti a fatti e/o persone (laddove non specificato e se già in pertinenza richiesto agli interessati) è puramente casuale. Questo testo è di proprietà dell’autore ed è protetto dalla legge sul diritto d’autore n.633/1941 e successive modifiche. Come da disclaimer presente in "A piedi nudi nel Cafè Littéraire" ne è vietata ogni riproduzione, copia, pubblicazione o redistribuzione totale o parziale previa richiesta all'autore stesso.


6 commenti:

  1. Oh caspita!!! Questa storia è sempre meglio, una sorta di Alice nel paese delle meraviglie... solo che "Alice" siamo tutte noi!! E in che guai che ci stiamo cacciando!! Roby ma quanto hai lavorato per prepararci questa sorpresa? Non vedo l'ora di leggere il seguito davvero!! Un abbraccione forte ancora... e vado a rifugiarmi nel casotto sicuro più in là, intanto! ;-)

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    1. Eheheheh... quante ancora ce ne son da leggere! XD
      Speriamo di non farne accadere troppe!
      Tu intanto corri che là fuori si fa pericoloso... o forse no? ;)

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  2. Aiutooo! Ma dove ci stai mandando? Ok... respiro, niente panico... in fondo sono in ottima compagnia! ;)

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    1. Panico, tu? Naaaa... nel gruppetto sei "tosta"... ma credo tu sia così anche nella vita! :D

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