lunedì 12 febbraio 2018

[Intervista] RasoMina69

Che tentazione, questa stanza! Un'attrazione senza pari.
Anche se ammetto di non esserne emotivamente coinvolta come è accaduto con altre.
Che sciocca... cosa dico... Lo spazio è per te. Quando sei pronto, accomodati pure dove preferisci e partiamo con le domande.
Ci sei? Bene, allora comincio.
 
1) Hai scelto la Spicy Room in uno slancio emotivo istintivo o dopo l'attenta analisi di ogni possibilità? Raccontami di te, sul perché ti senta così legato a un'esperienza simile.

Perchè ho scelto la Spicy Room? Perchè dopo aver guardato le altre stanze, ho concluso che se avessi dovuto stare in una di esse a leggere un libro o a scrivere avrei scelto senz'altro quella; perchè è luminosa ma non fredda; perche' sembra uniformemente chiara, ma poi ti giri e ritrovi lampi di colore che ti rallegrano; perchè è ampia ed io adoro gli spazi aperti e quei tronchi dietro il divano mi danno l'impressione di un bosco che, anche se spoglio può offrire riparo.

2) Cosa pensi riguardo la capacità espressiva? Credi di possederne? In quale misura? 
 
La capacità espressiva è importante, per uno scrittore in particolare, ma anche nella vita di tutti i giorni. La considero importante perchè un linguaggio adeguato e la capacità espressiva sono determinanti per poter sviluppare( e approfondire) una conoscenza specifica degli argomenti insieme alla capacità di analisi e sintesi. Io ho capacità espressiva? Spero di sì! ma questo me lo devi dire che hai letto ciò che ho scritto!

3) Per la tua opera ti sei ispirato a luoghi particolarmente significativi? Potresti ambientarla altrove? Perché? 
 
I luoghi che ho descritto nella mia opera sono molto significativi per me. No, non potrei ambientarla altrove. Perchè? Non lo so...questa storia è lì, che preme in fondo al mio stomaco. A volte non scrivo per diverso tempo, e poi, all'improvviso, ecco quella sensazione ....come uno strappo, che mi scuote e mi porta in quei luoghi. no, non potrei ambientare questa storia altrove.

4) Scegli la migliore dote e il peggior vizio del personaggio che meno ami all'interno della tua opera. Sapresti spiegare quanto di te c'è in questa caratterizzazione?

Il personaggio che meno amo è il padre di Claudia, la sua migliore dote l'essere infaticabile, il peggior vizio l'arroganza e la misoginia, lo so sono due ma indivisibili in quest'uomo. Di me non credo ci sia niente a parte, forse, l'instancabilità, quel voler finire le cose a tutti i costi anche se non ci regge in piedi.

5) Se è vero che siamo la somma delle nostre scelte, ti andrebbe di condividere quella più importante da te intrapresa per raggiungere la consapevolezza di voler diventare uno scrittore?

Non c'è un preciso momento in cui ho raggiunto la consapevolezza di voler diventare scrittore, a ben pensarci forse non ce l'ho neanche oggi questa consapevolezza. Io amo scrivere, da sempre, ma non ho mai fatto leggere a nessuno i miei scritti, a meno che non si trattasse di articoli di giornale. Ho cominciato a far vedere ciò che scrivo su Wattpad, grazie a mia figlia che me lo ha fatto scoprire, non pretendo di essere uno scrittore o un poeta, per me scrivere è sempre stata una valvola di sfogo (se ti capiterà di voler leggere Niam- Sono solo parole del cuore- lo capirai) anche se mi piace pensare che qualcuno possa leggere ciò che scrivo ed emozionarsi.

6) Se potessi decidere tra fama e giovinezza, dove ricadrebbe la tua scelta? Perché?

Nessuna delle due. La fama non mi ha mai attirata particolarmente. La giovinezza è giusto "che fugga tuttavia" come diceva qualcuno.

7) Qual è il romanzo che ha accompagnato la tua crescita? Sai citarmi la frase più significativa per te, contenuta al suo interno?

Ho cominciato a leggere all'età di quattro anni circa su fumetti (lasciati in giro dai miei zii) da Paperino a Zagor, e sui fotoromanzi (lasciati in giro dalle zie) il primo romanzo che mi ricordi di aver letto è stato la Capanna dello zio Tom. Seguito da Piccole Donne, Canto di Natale ecc. La frase più significativa? Quella che ricordo ancora oggi, anche se ho dimenticato magari il resto del libro? E' quella che lancia Legrée il padrone di Tom al giovane Giorgio che arriva al capezzale dello schiavo morente:«Alla fin de' conti, quanto rumore per un negro morto». Ecco questa frase mi ha sempre fatto infuriare allora come oggi.

8) Hai a disposizione una sola parola per descrivere il senso più profondo della tua opera.

Lacerante.

9) Se potessi dare un consiglio alla persona che eri 10 anni fa, quale sarebbe?

Magari consiglierei alla me di dieci anni fa di essere un pò meno ingenua, un pò più egoista, un pò meno empatica ma so bene che la me stessa più giovane mi riderebbe in faccia dicendomi che la natura non si può cambiare.

10) Ultima domanda. Puoi scegliere di lasciare una parte di te ai posteri: saresti ricordato per un gesto o per un'opera?

Spero per un gesto. E che sia un gesto buono, che porti un sorriso.

Prima di lasciarti, ecco l'EXTRA richiesto: chi inviti a partecipare a un incontro qui nel Cafè Littéraire?

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